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Il ricatto


di kalahan
11.01.2020    |    537    |    0 9.2
"Noto che il suo buchetto si è un pochino dilatato, anzi lei stessa con una mano forza la mia a penetrarla ancora più in profondità..."
Tutto è iniziato quando ho cambiato commercialista: ero rimasto affascinato dal fatto che nello studio c’era una graziosa ragioniera che mi aveva subito interessato. Siccome la mia azienda è piuttosto importante ed io per lo studio sarei stato un ottimo cliente, ho preteso che a seguire la mia situazione fosse quella ragioniera intravista il primo giorno. Il commercialista si è offerto di farmi seguire da un suo collaboratore, ma ho ribadito che i contatti li dovevo avere solo con la ragioniera e dato che non voleva perdermi come cliente accettò. Alla fine del mese, con la chiusura delle scritture, viene nel mio ufficio la graziosa ragioniera dello studio commercialista per il ritiro e la compilazione di alcune fatture. Roberta, così si chiama la ragioniera, è una donna molto affidabile e capace nel suo lavoro ma anche una donna non bellissima ma che ha qualcosa che attira. Entra nella mia stanza Lucio, il mio socio, che non può far meno di notarla, ma ci dedichiamo al lavoro. Visto che ormai si son fatte le 13:00 decidiamo di andare a pranzo e così invitiamo anche Roberta che dopo qualche tentennamento accetta.
Per la pausa pranzo decidiamo di non andare alla solita tavola calda e, facendo alcuni chilometri in più, raggiungiamo quel localino verso la collina con la saletta defilata dove siamo stati qualche volta con dei clienti importanti per definire qualche lavoro. Arriviamo al ristorante e ci dirigiamo verso il tavolo in fondo. Per stare tranquilli e magari instaurare un discorsetto "intimo", al cameriere diciamo di portarci qualcosina di leggero: antipastino con prosciutto crudo, insalatina mista ed un frizzantino freddo, anche se la signora dice che lei il vino non lo regge per nulla.
Immediatamente tra me e Lucio scorre uno sguardo d'intesa! "Dobbiamo brindare alla nostra conoscenza, alla collaborazione che d’ora in poi ci sarà tra di noi. Chiederemo al suo boss di mandare sempre lei per il controllo mensile" dico a Roberta. Lei sorride compiaciuta e beve. Immediatamente si nota subito che il vino non lo regge: diventa immediatamente rossa in viso, ma principalmente il vino le scioglie la lingua rendendola immediatamente loquace. Ride e si vede che si sente un po’ su di giri. Con uno sguardo d’intesa le versiamo ancora del vino e lei beve con noi. Ci accorgiamo subito che ormai è in nostra balia…
Mentre pranziamo, approfittando della sua sobrietà, le chiedo della sua vita privata. Ci dice che è sposata da 12 anni, ha un figlio di 10 anni, ama suo marito e non lo ha mai tradito da sposata, non nascondendoci che aveva avuto qualche storia in precedenza. I discorsi si facevano sempre più intraprendenti mentre continuavamo a pranzare e brindare sorseggiando vino. Io e Lucio non vedevamo l’ora di finire il pranzo, complici delle nostre intenzioni.
Usciamo dal ristorante e in auto ci dirigiamo verso un vicino parco naturale. Le proponiamo di rilassarci un po’ per riprenderci dalla nostra sobrietà. Lei, mezza stordita dall’effetto del vino, accetta anche perché voleva dimostrarsi gentile con noi dando una buona impressione e facendo bella figura con il suo datore di lavoro. Ci teneva molto al suo posto di lavoro: un figlio da crescere, il mutuo da pagare e il solo stipendio del marito non era sufficiente a sopperire le spese. Oltretutto voleva riprendere lucidità prima di rientrare in ufficio, di certo non eravamo in condizioni da farci notare dai nostri dipendenti. Trovato uno spiazzo appartato mi fermo con l’auto. Scendiamo e dal cofano prendo un telo, lo stendo sull’erba e ci stendiamo facendo accomodare lei nel mezzo. Continuiamo a parlare delle nostre vite private, raccontandoci le nostre avventure. Nella posizione in cui lei è stesa, poggiandosi sui gomiti, la gonna bolerino era risalita fino all’inguine mostrando le favolose gambe abbronzate. Girandomi di lato, verso di lei, con una mano le sfioro una coscia. Lei sorride e questo mi incoraggia ad accarezzargli ancora la coscia: lei rimase immobile sorridendo. La mia mano risale nell’interno coscia sino all’inguine e inizio a toccarla attraverso gli slip.
Roberta inizia a fare la ritrosa ricoprendosi le cosce: ha capito le nostre intenzioni. Ci ripete di essere fedele a suo marito e non era intenzionata a tradirlo. Fu allora che iniziai ad intimidirla dicendole che avrei parlato con il suo capo per riferirgli che era un’impiegata incompetente e scontrosa. Lei sobbalza, ci prega di non fare questo: ha un mutuo da pagare e il solo stipendio del marito non è sufficiente per una vita familiare dignitosa. Ci tiene tantissimo al suo posto di lavoro e se noi, essendo degli ottimi clienti del suo capo, parleremo male di lei, di sicuro verrà licenziata anche data la concorrenza giovanile dovuta ad un'elevata disoccupazione. Fu allora che si tranquillizzò e si lasciò andare: le avevamo detto che nessuno lo avrebbe saputo. Tranquillizzata, riproposi la mia mano sulle sue cosce. Lei si lascia andare, stendendosi e così mi sposto per baciarla sulle labbra. Ha un fremito ma non reagisce: accetta passivamente le mie effusioni. Scosto gli slip e con le dita inizio a toccarle la morbidissima figa. Le sfioro il clitoride ed ha di nuovo un fremito. Il mio dito si fa più audace e piano piano inizio a penetrarla. Sento i suoi umori ed è molto eccitata. Ora Lucio, che era rimasto immobile a godersi la scena, inizia a palpeggiare i seni iniziando a sbottonarle la camicetta. Ne tira fuori due bellissimi seni sodi, nonostante i suoi 54 anni. Noto che il mio dito nella sua figa si muove con facilità, bagnato dai suoi umori. Quindi ci intrufolo un altro dito e inizio a muoverli dentro e fuori con Roberta che inizia a dimenarsi ma che nello stesso tempo gode come una porca. Adesso la sua mano si sposta sulla mia patta constatando il mio cazzo già duro. Fu lei stessa a tirarmelo fuori, accarezzandolo a mo' di sega. Con l’altra mano inizia a palpeggiare quello del mio amico. In un attimo lui lo tira fuori portandolo alle sue labbra: lei le socchiude e inizia a sbocchinarlo. Mi stendo su di lei, inizio a penetrarla e lei si dimena come una forsennata mentre succhia il cazzo del mio socio. Cambiamo posizione, la faccio mettere sulle ginocchia e la penetro a pecorina, mentre il mio amico si stende per farsi sbocchinare meglio. Scopandola inizio a toccarle il fiorellino: fa un sussulto e mi dice che è ancora vergine in quel buchetto ma non desiste dal farselo toccare facendosi anche infilare prima un dito e poi due, bagnandoli dagli stessi umori che le colano dalla fica. Vedo il mio socio manovrare con il telefonino ed inizia a fare delle foto senza farsi notare. Fotografa il mio cazzo che entra ed esce dalla fica di Roberta ed il suo che viene dolcemente sbocchinato. Noto che il suo buchetto si è un pochino dilatato, anzi lei stessa con una mano forza la mia a penetrarla ancora più in profondità. Un’occhiata d'intesa con il mio socio. Cambiamo posizione: ora siamo distesi ed è lei stessa ad infilarsi il mio cazzo nella sua figa bagnata. Iniziamo a baciarci appassionatamente mentre il mio socio si posiziona dietro di lei. Io le allargo le natiche e lui la penetra piano sino alla radice del suo cazzo. Roberta emette un urlo, soffocato dai miei baci. La tengo stretta a me, ma lei si dimena come una cagna, gode come una forsennata: non ci mettiamo molto a riempirla di sborra.
Sfinita si accascia su di me restando in quella posizione per parecchi minuti. Il mio amico Lucio, sfilando il suo cazzo da quel bel culetto, non perde l'occasione per fare qualche foto con il telefonino immortalando il buchetto e la fighetta di Roberta colanti di sborra.
Ci riprendiamo, ci ricomponiamo e rientriamo in ufficio.
Lei ci supplica di essere molto riservati e che questo doveva essere un nostro segreto. Allora le dico che ci saremmo rivisti per altri incontri. Lei si rifiuta stizzita, dicendoci che questa era stata l’unica piacevole esperienza tra noi e che non ci sarebbero stati altri incontri in futuro. Prendo il telefonino di Lucio e le mostro le foto che la avevano immortalata mentre sbocchinava il mio amico, mentre veniva scopata da dietro, mentre godeva scopata a sandwiches ed i suoi orifizi colanti di sborra. Lei rimane allibita mostrando mortificazione e un cenno di pianto. Le dico di stare tranquilla e, se in futuro esaudirá le nostre richieste, questo rimarrà solo un godevole segreto tra noi. Altrimenti…
Lei singhiozzando acconsente facendoci un cenno di capo.
Le chiedo il suo numero di telefonino e le dico che ci saremmo sentiti molto presto, proponendole degli incontri nel tardo pomeriggio in modo che potesse giustificare al marito i suoi tardi rientri dovuti agli straordinari.
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